martedì 1 ottobre 2013

Mi dimetto e ballo! (USA) - Se mi assumi, io, ti rinnovo il Notre Dame de Paris...(ITALIA)




Come mia abitudine vuole, il risveglio mediatico e giornalistico che inaugura le giornate, porta la firma di Massimo Gramellini. Non perché sia io una lettrice fedele del quotidiano La Stampa, in realtà non sono fedele a nessuna testata nello specifico. Vado un po' dove mi porta l'istinto e poi, diciamo che attraverso i social, sarà capitato un po' a tutti di approdare ai più assurdi e impensabili siti di informazione e quant'altro il mondo della rete abbia da offrire. Insomma la mia mattina riceve e ricambia il Buongiorno di Gramellini.

Quello di oggi è all'insegna della "libertà", almeno così vorrebbe che si leggesse, l'autore del Buongiorno. In effetti c'è un nuvolone che fa scendere un senso di libertà stamattina, vedendo questa ragazza autofilmatasi a ritmo di musica, mentre lascia definitivamente il proprio ufficio. Libertà se pensiamo e vediamo una giovane, probabilmente molto creativa, disinibita e pronta ad improvvisarsi ballerina pur di dare una voce ben precisa alla sua piccola, grande, battaglia personale. Pare infatti che Marina, subisse la presenza di un datore di lavoro poco illuminante, uno di quelli che ambiscono alla quantità e che, di conseguenza, vanno a discapito di quanti invece vorrebbero puntare nel proprio lavoro, alla "qualità". La giovane si licenzia, perché a farla camminare sulla propria strada non è il talento, ma le decisioni di un capo che magari la guarda tutti i giorni, ma non la vede. Al di là della scelta, più o meno condivisibile, c'è libertà in ciò che ha fatto Marina, perché la libertà in questo senso significa essere in grado di abbandonare qualcosa che non ci rende felici, anche un lavoro. Dunque la libertà, che qui diventa lusso, perché lasciare un lavoro, oggi, appare davvero una grande, grandissima prova di coraggio.

Negli Usa ci si licenzia, e il primo pensiero è autofilmarsi e caricare il video su You Tube. Io voglio dare alla vicenda un senso accettabile, perché se mi fermassi ad una prima lettura della cosa, un po' mi disturberebbe, sono sincera. E non mi chiedo nemmeno perché. Sono una giovane italiana come tante. Laurea e sogni nelle tasche, ma senza lavoro. Mi piace vedere il gesto di Marina come un messaggio che superi l'oceano e arrivi ovunque. Per dire a tutti quei giovani, e non, che subire frustrazioni di ogni tipo e sottostare a condizioni lontane anni luce dalla nostra persona, non può e non deve essere necessariamente "cosa giusta". Perchè oggi alcuni dettagli vengono volontariamente trascurati. "Il capo mi  si struscia addosso, vabbè lo avrà fatto in buona fede". "Devo prendere lo stipendio di giugno, stiamo ad ottobre. Vabbè c'è crisi anche per lui, poverino." Ormai la situazione è arrivata a un limite che travalica il buon senso generale e, inevitabilmente, ci rende tutti un po' meno vigili sulle nostre vite. 

Chi si laurea e lo fa perché ci crede, perché investe tutto (e dico TUTTO) nello studio. Chi maledice la propria laurea perché per fare il commesso è altamente nociva e dovrà ascoltare voci che suggeriscono la tattica del "rimuovi la laurea, appesantisce il curriculum". Oggi parlare di libertà richiede coraggio. Farà discutere senza ombra di dubbio il gesto di Marina. Ma per un attimo magari farà riflettere, con il consenso o il dissenso di molti di noi. Quelli che credono ancora in una possibilità concreta di realizzarsi professionalmente, anche in Italia, nel proprio paese. Quelli che sarebbero disposti a tutto pur di lavorare, purché quel tutto non frantumi la propria dignità. E questo bisogna tenerlo sempre a mente.
Della serie: se mi dai un lavoro altro che balletto in ufficio. Ti rinnovo il Notre Dame de paris!!!





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